| ERMENEUTICA FILOSOFICA
(obiettivi)
OBIETTIVI FORMATIVI:
IL corso di Ermeneutica filosofica si propone di fornire le nozioni fondamentali del concetto di interpretazione, seguendo da un lato la storia di questo concetto, e dall'altro la sua attualizzazione nell'opera fondamentale di Hans Georg Gadamer Verità e metodo. Per chiarire il concetto di verità a cui l'interpretazione è maggiormente legata, Gadamer parte qui dall'esperienza dell'arte, e in seguito dall'esperienza della storia, i due fondamentali campi delle scienze umane, che si distinguono dalle scienze della natura e dalle scienze esatte. Lo scopo del corso è mostrare come tramite questi campi di esperienza si possa guadagnare un concetto di verità diverso da quello di queste scienze, e al tempo stesso di far vedere come questo concetto serva a queste scienze stesse
CONOSCENZA E CAPACITÀ DI COMPRENSIONE
Il problema dell'ermeneutica è come possiamo sapere se siamo giunti ad una autentica comprensione del testo. Ora l' interpretazione è costituita da due momenti fondamentali: la comprensione e l'espressione. Nella espressione consiste il momento performativo della comprensione. In questo momento performativo sta il nuovo concetto di verità, proprio della interpretazione. La verità non è una questione di conoscenza, che si possiede una volta per tutte; la verità la si fa continuamente applicando le nostra conoscenze a tutti i testi e a tutti i casi particolari nei quali siamo coinvolti, che mettono sempre in crisi la conoscenza che crediamo di possedere. La stessa conoscenza della lingua non è una conoscenza di vocaboli e di regole, ma una capacità cognitiva che con la sua applicazione ci rende possibile comprendere e risolvere sempre problemi in nuovi atti linguistici.
CAPACITÀ DI APPLICARE CONOSCENZA E COMPRENSIONE:
Ciò che gli studenti debbono apprendere nel corso non è semplicemente la conoscenza della storia dell'ermeneutica filosofica, e neanche la semplice conoscenza del testo di Gadamer, ma attraverso l'esame e la discussione del testo imparare anzitutto come leggere un testo, sia del presente, che del passato, rendendosi conto della differenza tra noi e il testo letto. Questa differenza sta nella diversa visione del mondo che intercorre tra noi e il testo, nella diversa organizzazione sociale dei mondi a cui apparteniamo, nella diversità della lingua e della cultura, così come di tutte le esperienze vissute. Per superare questa alterità abbiamo bisogno di impegnare tutte le nostre capacità linguistiche assieme alle nostre conoscenze storiche Nel superarla, arrivando a comprendere ciò che è comune con il testo letto, sta il compito della arte dell' interpretazione. AUTONOMIA DI GIUDIZIO:
Applicare le nostre conoscenze a nuovi ordini di problemi è il problema performativo autentico, quello della nostra capacità di giudicare, in cui consiste il momento vero e proprio della intelligenza umana, rispetto a quella animale e artificiale. Questo avviene quando passiamo da un ordine di conoscenza ad un altro, ad esempio dalla Linguistica alla Semantica, poi dalla semantica alla Logica, e dal lato pratico dalla Psicologia all'Etica , e dall'Etica alla Politica. Ciascuno di questi domini di conoscenza ha le proprie regole, ma che genere di regole seguiamo quando passiamo da un dominio di conoscenza ad un altro, per risolvere problemi che nel primo dominio non possiamo risolvere? Inoltre nel primo, come in tutti gli altri, abbiamo regole per il nostro pensare, ma , ma non abbiamo più regole per applicare queste regola ai casi particolari. Questo, ci insegna l'ermeneutica, usare la nostra libera capacità di giudizio più che i metodi delle scienze oggettive legate esclusivamente alle loro regole. ABILITÀ COMUNICATIVE:
Partire dall'esperienza dell'arte e della storia ci porta al momento creativo della nostra intelligenza. Questa capacità creativa è al tempo stesso capacità comunicativa. L'artista non ha solo creato qualcosa, egli ha saputo comunicare qualcosa; a questa comunicazione è diretta la sua creazione. La comunicazione non è una semplice informazione di fatti o di conoscenze, ma l'atto che crea i modi per essere compresa e accettata dall'altro. Questo per Gadamer è quello che, nella storia della cultura, abbiamo appreso dalla retorica. Habermas parla giustamente di agire comunicativo, pensandolo però più come agire sociale ed etico che come comunicare. Alla comprensione della cosa deve 1) seguire l'espressione più adatta per essere capita; 2) imparare a mettersi sempre dal punto di vista dell'altro e cercare l'espressione più adatta per lui. Per far questo, come ci dice Aristotele, bisogna conoscere le sue passioni.
CAPACITÀ DI APPRENDIMENTO:
L'esercizio della interpretazione di testi, che è al contempo comprensione ed esposizione propria di ciò che si è compreso, esercita non solo la nostra capacità di giudizio, ma anche di apprendimento. Questo però a patto che esso non sia inteso come accumulo di conoscenze; dobbiamo infatti non solo imparare nozioni, ma imparare ad apprendere. Ciò significa saper scegliere ciò che è più essenziale per la crescita della conoscenza rispetto a ciò che lo è meno, saper vedere come ciò che è adatto a sviluppare conoscenza in un determinato contesto possa essere applicato ad un altro contesto quando ciò sia utile, cioè saperne giudicare la rilevanza per nuovi scopi; ad esempio come la linguistica e la semantica possano essere d'aiuto all'ermeneutica, ma anche viceversa. Lo stesso vale per la filosofia della mente, e anche per la psicologia, quando però non si confondano i campi.
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