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Docente
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APORTONE ANSELMO
(programma)
Agamben riflette sul metodo come un processo di regressione nel proprio percorso di pensiero fino al punto in cui qualcosa è rimasto oscuro e non tematizzato. Lo porta dunque fuori degli orizzonti procedurali in cui una lunga tradizione filosofica ci ha abituato a collocarlo. In dialogo con Foucault, Benjamin e altri la sua indagine si concentra su tre figure concettuali e sul loro intreccio: il paradigma (teoria dell’esempio), la segnatura e l’archeologia. Una concezione assai articolata e non procedurale del metodo è già presente nel pensiero di I. Kant, secondo cui “stando al cammino percorso dalla ragion umana esso costituisce piuttosto l’ultimo traguardo, allorquando la scienza sia già da lungo tempo compiuta (…) Occorre infatti che si conoscano già gli oggetti, e in grado piuttosto elevato, se si vogliono fornire le regole in base alle quali si possa costituire una scienza di quegli oggetti”. Esso sembra quindi trattare “dell’attenzione, dei suoi impedimenti e delle sue conseguenze, dell’origine dell’errore, dello stato di dubbio, di scrupolo, di convinzione e così via”. Sarà interessante mettere a confronto stili di riflessione tanto diversi.
 Giorgio Agamben, Signatura rerum. Sul metodo, Bollati Boringhieri
Le pagine dedicate alla dottrina del metodo nelle tre Critiche di Immanuel Kant (non riportate poiché vi sono varie traduzioni con paginazioni diverse): Critica della ragion pura, seconda parte: Dottrina trascendentale del metodo Critica della ragion pratica, seconda parte: Dottrina del metodo della ragion pura pratica Critica della facoltà di giudizio, § 60: Della metodologia del gusto; §§ 79-91: Metodologia del giudizio teleologico. Articoli da leggere in preparazione degli incontri del seminario saranno indicati di volta in volta.
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