|
8011119 -
ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE
(obiettivi)
OBIETTIVI FORMATIVI: Il corso si propone di illustrare e trasmettere agli studenti le conoscenze di base (teoriche e pratiche) e gli strumenti analitici e operativi non solo per comprendere e interpretare le problematiche di funzionamento e di amministrazione delle imprese in ambienti complessi, ma anche per sviluppare le competenze chiave e le abilità necessarie per operare in ruoli manageriali e imprenditoriali. In particolare, lo studente potrà: a) sviluppare una visione sistemica di analisi e interpretazione dei sistemi d’impresa e dei loro comportamenti nell’ambiente competitivo (nazionale e internazionale); b) maturare la consapevolezza degli ambiti della teoria dell’impresa, con particolare riferimento al ruolo delle persone nel rapporto di reciproca funzionalità tra l’impresa e le altre organizzazioni del sistema economico e sociale, alla natura co-evolutiva del rapporto impresa-ambiente e alle conseguenti strategie di adattamento delle imprese; c) rafforzare la capacità di ragionamento critico e la capacità decisionale, particolarmente con riferimento alle scelte imprenditoriali e manageriali e alla loro compatibilità con le finalità delle imprese; d) sviluppare la capacità di scoprire e risolvere specifici problemi che possono verificarsi nel corso del ciclo di vita di grandi, medie e piccole imprese.
CONOSCENZA E CAPACITÀ DI COMPRENSIONE: Il corso mira a fornire le basi teoriche e metodologiche per lo studio del governo, della gestione, della direzione e dell’organizzazione delle imprese, con riferimento alle relazioni reciproche che esse intrattengono con l'ambiente. Esso adotta il metodo dell'analisi sistemica e fa ricorso congiuntamente all’impostazione evoluzionistica classica e contemporanea, offrendo un aggiornato punto di vista delle dinamiche competitive, di adattamento ed evolutive delle imprese in ambienti complessi.
CAPACITÀ DI APPLICARE CONOSCENZA E COMPRENSIONE: Al termine del corso lo studente avrà maturato una dettagliata conoscenza inerente le problematiche di funzionamento e di amministrazione delle imprese in ambienti complessi. Lo studente sarà essere in grado di applicare la conoscenza acquisita all’analisi e all’interpretazione dei principali fenomeni che, nel contesto nazionale ed internazionale, interessano il rapporto impresa-ambiente, in special modo attraverso l’applicazione dell’approccio co-evolutivo. Specificatamente, al termine del corso lo studente potrà: a) sviluppare una visione sistemica di analisi e interpretazione dei sistemi d’impresa e dei loro comportamenti nell’ambiente competitivo (nazionale e internazionale); b) maturare la consapevolezza degli ambiti della teoria dell’impresa, con particolare riferimento al ruolo delle persone nel rapporto di reciproca funzionalità tra l’impresa e le altre organizzazioni del sistema economico e sociale, alla natura co-evolutiva del rapporto impresa-ambiente e alle conseguenti strategie di adattamento delle imprese; c) rafforzare la capacità di ragionamento critico e la capacità decisionale, particolarmente con riferimento alle scelte imprenditoriali e manageriali e alla loro compatibilità con le finalità delle imprese; d) sviluppare la capacità di scoprire e risolvere specifici problemi che possono verificarsi nel corso del ciclo di vita di grandi, medie e piccole imprese.
AUTONOMIA DI GIUDIZIO: La partecipazione interattiva alle lezioni nonché ai seminari tenuti da professionisti ed esperti di settore, stimoleranno l’analisi critica e l’autonomia di giudizio degli studenti. Essi saranno, inoltre, stimolati alla raccolta e all’interpretazione di dati rilevanti mediante un confronto diretto ed approfondito con le principali problematiche relative all’economia e gestione delle imprese
ABILITÀ COMUNICATIVE: Attraverso la partecipazione al corso agli studenti acquisiranno specifiche abilità comunicative, attraverso le quali gli stessi saranno in grado di confrontarsi, sia per iscritto che oralmente, sulle varie tematiche connesse all’economia e gestione delle imprese, con imprenditori, manager, nonché con altri interlocutori specializzati, con chiarezza, correttezza e completezza espositiva.
CAPACITÀ DI APPRENDIMENTO: Al termine del corso lo studente avrà maturato la capacità di affrontare con approccio critico i temi dell'economia e gestione delle imprese. Al riguardo lo studente acquisirà, inoltre, dimestichezza con l'uso operativo di concetti complessi.
Canale: 1
-
PANICCIA PAOLA
( programma)
Il programma del corso si articola come segue:
Parte I: Razionalismo economico L'’impresa: una prima rappresentazione elementare; Confini dell’impresa e tensioni nell’'ambiente; Fare impresa: divisione del lavoro, trasformazione, retroazione, informazione; Razionalizzazione come metodo per fare impresa; Principi di management: radici e limiti; Evoluzione dei modelli d’impresa nel tempo (neo-razionalismo).
Parte II: Governance e management nell'amministrazione generale dell'impresa Governance e Management: attività, organi e decisioni; Assetti proprietari e conflitti d’interesse.
Parte III: L'impresa che vogliamo "sistema" L’approccio sistemico allo studio dell’impresa; Le condizioni per cui l’impresa si fa “sistema”: differenziazione del lavoro, strutturazione, integrazione, finalizzazione ed equilibrio (economico, finanziario ed organizzativo); Responsabilità sociale nell’amministrazione dell’impresa.
Parte IV: Lo stato di "equità seriale" Le condizioni di solidarietà organica come fondamento dell’equilibrio dell’impresa; Meccanismi transazionali; Mercati, organizzazione gerarchiche e organizzazione fondate su clan; Persone, credenze, valori e equilibrio organizzativo.
Parte V: Competitività Dal sistema d’impresa al sistema d’impresa competitivo nel tempo; Settore, mercato e ambiente e Ciclo di vita dell’impresa; Forze competitive; Fattori di competitività dell’impresa e capacità competitive; Competizione e collaborazione; Successo, vantaggio, eccellenza; Relazioni reciproche tra competitività del sistema d’impresa e del sistema paese.
Parte VI: Tecnologie dell'informazione e comunicazione per la competitività Management aziendale e ICT; L’innovazione telematica
Parte VII: Evoluzione e adattamento Il rapporto impresa-ambiente-società: Evoluzione, approccio dialettico e adattamento co-evolutivo; Lezioni da The Origin of Species di Charles Darwin e dal darwinismo sociale contemporaneo; Verso un modello generale di rapporto impresa-ambiente-società; La matrice dell’adattamento (statica e dinamica): ciclo virtuoso e ciclo contraddittorio. Il ruolo dei fattori tempo e conoscenza nella co-evoluzione impresa-ambiente.
Parte VIII: Strategie di adattamento Fare strategia: il piano d’azione; Percorsi strategici e opzioni strategiche; Crescita, formazione di gruppi e disinvestimento; Non crescita, cooperazione, reti d’impresa; Crisi d’impresa, risanamento o uscita dall’ambiente competitivo.
Parte IX: Cambiamenti Sviluppo organizzativo e fasi del cambiamento; Le difficolta del cambiamento; La struttura come investimento; Drammi.
Parte X: Connessioni darwiniste tra sistemicità ed evoluzione dell'impresa Sistemi d’impresa e sistemi viventi: similarità e dissimilarità; Sistema d’impresa: non solo oggetto, ma anche soggetto di cambiamento evolutivo; Adattamento co-evolutivo come "creatio" continua
Nell’'ambito del corso sono organizzati approfondimenti teorici e pratici, attraverso diverse testimonianze di manager e imprenditori.
 CAFFERATA R. (2018), Management in adattamento. Tra razionalità economica, evoluzione e imperfezione dei sistemi, Il Mulino, Bologna, nuova edizione.
-
CRISTOFARO MATTEO
( programma)
Il programma del corso si articola come segue:
Parte I: Razionalismo economico L'’impresa: una prima rappresentazione elementare; Confini dell’impresa e tensioni nell’'ambiente; Fare impresa: divisione del lavoro, trasformazione, retroazione, informazione; Razionalizzazione come metodo per fare impresa; Principi di management: radici e limiti; Evoluzione dei modelli d’impresa nel tempo (neo-razionalismo).
Parte II: Governance e management nell'amministrazione generale dell'impresa Governance e Management: attività, organi e decisioni; Assetti proprietari e conflitti d’interesse.
Parte III: L'impresa che vogliamo "sistema" L’approccio sistemico allo studio dell’impresa; Le condizioni per cui l’impresa si fa “sistema”: differenziazione del lavoro, strutturazione, integrazione, finalizzazione ed equilibrio (economico, finanziario ed organizzativo); Responsabilità sociale nell’amministrazione dell’impresa.
Parte IV: Lo stato di "equità seriale" Le condizioni di solidarietà organica come fondamento dell’equilibrio dell’impresa; Meccanismi transazionali; Mercati, organizzazione gerarchiche e organizzazione fondate su clan; Persone, credenze, valori e equilibrio organizzativo.
Parte V: Competitività Dal sistema d’impresa al sistema d’impresa competitivo nel tempo; Settore, mercato e ambiente e Ciclo di vita dell’impresa; Forze competitive; Fattori di competitività dell’impresa e capacità competitive; Competizione e collaborazione; Successo, vantaggio, eccellenza; Relazioni reciproche tra competitività del sistema d’impresa e del sistema paese.
Parte VI: Tecnologie dell'informazione e comunicazione per la competitività Management aziendale e ICT; L’innovazione telematica
Parte VII: Evoluzione e adattamento Il rapporto impresa-ambiente-società: Evoluzione, approccio dialettico e adattamento co-evolutivo; Lezioni da The Origin of Species di Charles Darwin e dal darwinismo sociale contemporaneo; Verso un modello generale di rapporto impresa-ambiente-società; La matrice dell’adattamento (statica e dinamica): ciclo virtuoso e ciclo contraddittorio. Il ruolo dei fattori tempo e conoscenza nella co-evoluzione impresa-ambiente.
Parte VIII: Strategie di adattamento Fare strategia: il piano d’azione; Percorsi strategici e opzioni strategiche; Crescita, formazione di gruppi e disinvestimento; Non crescita, cooperazione, reti d’impresa; Crisi d’impresa, risanamento o uscita dall’ambiente competitivo.
Parte IX: Cambiamenti Sviluppo organizzativo e fasi del cambiamento; Le difficolta del cambiamento; La struttura come investimento; Drammi.
Parte X: Connessioni darwiniste tra sistemicità ed evoluzione dell'impresa Sistemi d’impresa e sistemi viventi: similarità e dissimilarità; Sistema d’impresa: non solo oggetto, ma anche soggetto di cambiamento evolutivo; Adattamento co-evolutivo come "creatio" continua
Nell’'ambito del corso sono organizzati approfondimenti teorici e pratici, attraverso diverse testimonianze di manager e imprenditori.
 CAFFERATA R. (2018), Management in adattamento. Tra razionalità economica, evoluzione e imperfezione dei sistemi, Il Mulino, Bologna, nuova edizione.
|
9
|
SECS-P/08
|
54
|
-
|
-
|
-
|
Attività formative caratterizzanti
|
ITA |
8011126 -
ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Canale: 1
-
DECASTRI MAURIZIO
( programma)
INTRODUZIONE AL CORSO Presentazione del corso. La grammatica dell’Organizzazione Il corso apre con la sistematizzazione delle principali teorie organizzative al fine d'introdurre le possibili concezioni e definizioni di organizzazione aziendale. Sono presentate le tre concezioni di base dell’organizzazione: (1) organizzazione come sistema pre-determinato; (2) l’organizzazione come processo di decisioni e azioni; (3) organizzazione come costruzione sociale. Tali concezioni sono influenzate da tre variabili di contesto: ambiente, tecniche e persone. La grammatica dell’Organizzazione: Cap. iniziale (1): pp. 9 – 36.
L'INDIVIDUO Le persone: valori, attitudini, competenze Cosa influenza il comportamento umano in un'organizzazione? Nella lezione si descrivono le determinanti del comportamento e i concetti di competenza individuale e organizzativa, contesto organizzativo e potenziale, questo al fine di comprendere come gestire le persone, in modo tale da realizzare gli obiettivi assegnati. Le persone: il comportamento e le competenze: Cap.1 (1): pp. 39 – 64.
La motivazione A partire dagli anni ’50 si avviano e si moltiplicano gli studi sulla motivazione al lavoro. Per una panoramica dei principali contributi, il focus della lezione si articola secondo due direttrici: (1) le Teorie di Contenuto, per indirizzare l’attenzione su cosa “motiva le persone al lavoro”; (2) le Teorie di Processo, per analizzare in che modo si può intervenire sul processo motivazionale di un individuo. La motivazione al lavoro: concetti e teorie di base: Cap. 2 (1): pp. 65 – 103.
LE PERSONE IN RELAZIONE Il gruppo Dalla dimensione individuale ci si sposta verso l’analisi e la comprensione delle relazioni sociali all’interno delle organizzazioni indagando, in primis, il concetto di gruppo. In particolare, sono chiarite le caratteristiche e le condizioni di efficacia di un gruppo di lavoro e quali sono gli aspetti costitutivi della comunicazione e del conflitto nei gruppi. Comunicazione e conflitto: Cap: 4 (1): pp. 139 – 166 Lavorare in gruppo: Cap. 5 (1): pp. 167 – 202. La cultura organizzativa Sempre con attenzione agli aspetti soft della gestione organizzativa, si presenta l’approccio culturale come modalità fondamentale per comprendere l’agire sociale delle persone nelle organizzazioni. Inoltre, si esaminano lo stile di direzione e la leadership come ulteriori meccanismi con cui esercitare un’influenza volta ad allineare i comportamenti delle persone. Leggere, costruire e gestire la cultura organizzativa: Cap. 6 (1): pp. 203 – 236.
Micro & Macro strutture (I) e (II) Quali sono gli elementi da considerare per scelte organizzative efficienti ed efficaci? Quali sono le variabili organizzative da considerare nella costruzione delle soluzioni organizzative? I concetti di divisione e coordinamento del lavoro tra unità organizzative e le loro combinazioni idealtipiche sono elementi fondamentali. Si illustrano anche alcuni concetti e tecniche di base della progettazione micro-organizzativa, quali: ruolo, posizione, organigramma, Job description e profilo di ruolo. L’organizzazione micro: ruoli e processi: Cap. 8 (1): pp. 267 – 288. Le strutture organizzative: dimensioni di analisi e idealtipi: Cap.7 (1): pp. 239 – 265.
I sistemi di direzione Partendo dal concetto di progettazione organizzativa, si configurano i sistemi di direzione, come meccanismi di coordinamento. La gestione del personale risulta essere un meccanismo fondamentale di allineamento dei comportamenti degli individui nelle organizzazioni. I sistemi di direzione: il controllo di gestione e la gestione delle persone Cap. 9 (1): pp. 289 – 319.
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA UNIVERSALISTICA Le teorie classiche (I) e (II) La teoria organizzativa, nel tempo, ha subito una notevole evoluzione. Si parte dalle teorie classiche, evidenziando gli elementi ancora di attualità che queste presentano. Sempre seguendo una logica evolutiva, si prosegue con quegli Autori che hanno focalizzato la loro attenzione sulla dimensione soft dell’organizzazione. Con Mayo si introduce il tema del fattore umano quale leva per agire sulla produttività dell’organizzazione. Burocrazia e dintorni: Cap. 1 (2): pp. 1 – 36. Le teorie classiche: Cap. 2 (2): pp. 37 – 68. La Scuola delle Relazioni Umane: Cap:3 (2): pp. 69 – 98.
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA CONTINGENTE
La progettazione organizzativa (I) e (II) Si introduce il concetto di sistema socio-tecnico e la sua applicazione all’analisi e alla progettazione delle organizzazioni. In chiave sistemica, si analizza la composizione di un’organizzazione, i suoi rapporti con l’ambiente e le variabili interne che ne determinano il comportamento. Per introdurre il tema della progettazione organizzativa si fa riferimento alla teoria del comportamento organizzativo di Simon, che quale importante premessa al tema della progettazione organizzativa in relazione alle teorie contingenti. Quali sono le determinanti della scelta della struttura organizzativa? E' presentata una rassegna dei principali contributi in tema di relazioni strategia-struttura, ossia quei contributi che propongono un’interpretazione funzionale tra scelte strategiche e struttura organizzativa. Si illustrano inoltre le dimensioni di progettazione, attraverso la presentazione delle opzioni fondamentali di raggruppamento delle attività organizzative in strutture semplici, funzionali, divisionali e funzionali modificate. L’analisi e la progettazione dei sistemi organizzativi Cap. 4 (2): pp. 99 – 126. La progettazione della struttura organizzativa: Cap. 5 (2): pp. 125 – 159.
Differenziazione e integrazione In questa lezione è presentato il modello di “differenziazione e integrazione”. Il modello di Lawrence e Lorsch, centrato sulle relazioni di differenziazione e d'integrazione tra le funzioni di linea, spiega le variabili contingenti fondamentali ai fini della differenziazione. Ciascuna funzione è rappresentate da tre caratteristiche: (a) la chiarezza del compito, (b) la difficoltà del compito, c) il tempo di feed-back. Il modello propone che la scelta degli strumenti d'integrazione tenga conto del grado di differenziazione richiesta tra le varie unità; gli strumenti d'integrazione devono essere tanto più «potenti» quanto maggiori sono sia l’interdipendenza sia la differenziazione richiesta. Differenziazione e integrazione: Cap. 6 (2): pp. 161 – 181.
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA CONTINGENTE: I MODELLI EVOLUTI Perrow Il contributo di Perrow insiste sulla relazione tra tecnologia e configurazioni organizzative. Sono analizzate quattro caratteristiche delle organizzazioni: 1. la tecnologia, considerata come il fattore caratterizzante le organizzazioni stesse. 2. gli obiettivi, concepiti come variabile parzialmente indipendente. 3. l’organizzazione nel suo insieme. 4. la struttura organizzativa come variabile dipendente. Uno schema per l’analisi comparativa delle organizzazioni: Cap 7 (2): pp. 185 – 200.
Thompson Thompson, partendo dalla teoria di Simon, sviluppa il concetto di azione organizzativa come processo di azioni orientato dalla razionalità intenzionale e limitata per affrontare l’incertezza ambientale. Ogni organizzazione costruisce, nello sviluppo del suo processo organizzativo, il proprio campo d’azione e, quindi, i punti di contatto con l’ambiente. Un’organizzazione, allora, protegge il proprio nucleo tecnico dai vincoli e dalle contingenze, con azioni organizzative che consentono di migliorare la seconda componente della razionalità intenzionale di un’organizzazione, la razionalità organizzativa. La razionalità organizzativa – la gestione delle interdipendenze -, diventa, allora, un elemento fondamentale per ridurre l’incertezza. L’azione organizzativa: Cap. 8 (2): pp. 201 – 217.
Galbraith Con il concetto di «predicibilità dei compiti» si evolve l’approccio contingente. Galbraith analizza come gli influssi esercitati dall’ambiente esterno o da altre variabili di contesto sul sistema o sottosistema organizzativo influenzino la struttura organizzativa, intesa come insieme di elementi che consentono di svolgere compiti con diverso grado di predicibilità. Al diverso grado di predicibilità dei compiti è legato il volume delle informazioni da raccogliere e da elaborare per svolgere efficientemente una determinata attività. Il modello proposto, è fatto poi proprio dalla letteratura organizzativa italiana, che, alla fine degli anni Settanta, integra il concetto di «complessità informativa» dei compiti. Incertezza, complessità e organizzazione: Cap.9 (2): pp. 219 – 242.
Intervento/Testimonianza Wrap up/Riepilogo finale
1 (1) DECASTRI M. (2016) “Leggere le Organizzazioni. Individuo, persone, strumenti. Manuale di organizzazione aziendale I”, Guerini e Associati, Milano. 2 (2) DECASTRI M. (2016) “Progettare le Organizzazioni. Le Teorie e i modelli per decidere. Manuale di organizzazione aziendale II”, Guerini e Associati, Milano. Per ogni lezione sono disponibili le slide sul sito della Facoltà.
 - DECASTRI M. (2016) “Leggere le Organizzazioni. Individuo, persone, strumenti. Manuale di organizzazione aziendale I”, Guerini e Associati, Milano. - DECASTRI M. (2016) “Progettare le Organizzazioni. Le Teorie e i modelli per decidere. Manuale di organizzazione aziendale II”, Guerini e Associati, Milano.
-
TOMASI DEBORA
( programma)
INTRODUZIONE AL CORSO Presentazione del corso. La grammatica dell’Organizzazione Il corso apre con la sistematizzazione delle principali teorie organizzative al fine d'introdurre le possibili concezioni e definizioni di organizzazione aziendale. Sono presentate le tre concezioni di base dell’organizzazione: (1) organizzazione come sistema pre-determinato; (2) l’organizzazione come processo di decisioni e azioni; (3) organizzazione come costruzione sociale. Tali concezioni sono influenzate da tre variabili di contesto: ambiente, tecniche e persone. La grammatica dell’Organizzazione: Cap. iniziale (1): pp. 9 – 36.
L'INDIVIDUO Le persone: valori, attitudini, competenze Cosa influenza il comportamento umano in un'organizzazione? Nella lezione si descrivono le determinanti del comportamento e i concetti di competenza individuale e organizzativa, contesto organizzativo e potenziale, questo al fine di comprendere come gestire le persone, in modo tale da realizzare gli obiettivi assegnati. Le persone: il comportamento e le competenze: Cap.1 (1): pp. 39 – 64.
La motivazione A partire dagli anni ’50 si avviano e si moltiplicano gli studi sulla motivazione al lavoro. Per una panoramica dei principali contributi, il focus della lezione si articola secondo due direttrici: (1) le Teorie di Contenuto, per indirizzare l’attenzione su cosa “motiva le persone al lavoro”; (2) le Teorie di Processo, per analizzare in che modo si può intervenire sul processo motivazionale di un individuo. La motivazione al lavoro: concetti e teorie di base: Cap. 2 (1): pp. 65 – 103.
LE PERSONE IN RELAZIONE Il gruppo Dalla dimensione individuale ci si sposta verso l’analisi e la comprensione delle relazioni sociali all’interno delle organizzazioni indagando, in primis, il concetto di gruppo. In particolare, sono chiarite le caratteristiche e le condizioni di efficacia di un gruppo di lavoro e quali sono gli aspetti costitutivi della comunicazione e del conflitto nei gruppi. Comunicazione e conflitto: Cap: 4 (1): pp. 139 – 166 Lavorare in gruppo: Cap. 5 (1): pp. 167 – 202. La cultura organizzativa Sempre con attenzione agli aspetti soft della gestione organizzativa, si presenta l’approccio culturale come modalità fondamentale per comprendere l’agire sociale delle persone nelle organizzazioni. Inoltre, si esaminano lo stile di direzione e la leadership come ulteriori meccanismi con cui esercitare un’influenza volta ad allineare i comportamenti delle persone. Leggere, costruire e gestire la cultura organizzativa: Cap. 6 (1): pp. 203 – 236.
Micro & Macro strutture (I) e (II) Quali sono gli elementi da considerare per scelte organizzative efficienti ed efficaci? Quali sono le variabili organizzative da considerare nella costruzione delle soluzioni organizzative? I concetti di divisione e coordinamento del lavoro tra unità organizzative e le loro combinazioni idealtipiche sono elementi fondamentali. Si illustrano anche alcuni concetti e tecniche di base della progettazione micro-organizzativa, quali: ruolo, posizione, organigramma, Job description e profilo di ruolo. L’organizzazione micro: ruoli e processi: Cap. 8 (1): pp. 267 – 288. Le strutture organizzative: dimensioni di analisi e idealtipi: Cap.7 (1): pp. 239 – 265.
I sistemi di direzione Partendo dal concetto di progettazione organizzativa, si configurano i sistemi di direzione, come meccanismi di coordinamento. La gestione del personale risulta essere un meccanismo fondamentale di allineamento dei comportamenti degli individui nelle organizzazioni. I sistemi di direzione: il controllo di gestione e la gestione delle persone Cap. 9 (1): pp. 289 – 319.
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA UNIVERSALISTICA Le teorie classiche (I) e (II) La teoria organizzativa, nel tempo, ha subito una notevole evoluzione. Si parte dalle teorie classiche, evidenziando gli elementi ancora di attualità che queste presentano. Sempre seguendo una logica evolutiva, si prosegue con quegli Autori che hanno focalizzato la loro attenzione sulla dimensione soft dell’organizzazione. Con Mayo si introduce il tema del fattore umano quale leva per agire sulla produttività dell’organizzazione. Burocrazia e dintorni: Cap. 1 (2): pp. 1 – 36. Le teorie classiche: Cap. 2 (2): pp. 37 – 68. La Scuola delle Relazioni Umane: Cap:3 (2): pp. 69 – 98.
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA CONTINGENTE
La progettazione organizzativa (I) e (II) Si introduce il concetto di sistema socio-tecnico e la sua applicazione all’analisi e alla progettazione delle organizzazioni. In chiave sistemica, si analizza la composizione di un’organizzazione, i suoi rapporti con l’ambiente e le variabili interne che ne determinano il comportamento. Per introdurre il tema della progettazione organizzativa si fa riferimento alla teoria del comportamento organizzativo di Simon, che quale importante premessa al tema della progettazione organizzativa in relazione alle teorie contingenti. Quali sono le determinanti della scelta della struttura organizzativa? E' presentata una rassegna dei principali contributi in tema di relazioni strategia-struttura, ossia quei contributi che propongono un’interpretazione funzionale tra scelte strategiche e struttura organizzativa. Si illustrano inoltre le dimensioni di progettazione, attraverso la presentazione delle opzioni fondamentali di raggruppamento delle attività organizzative in strutture semplici, funzionali, divisionali e funzionali modificate. L’analisi e la progettazione dei sistemi organizzativi Cap. 4 (2): pp. 99 – 126. La progettazione della struttura organizzativa: Cap. 5 (2): pp. 125 – 159.
Differenziazione e integrazione In questa lezione è presentato il modello di “differenziazione e integrazione”. Il modello di Lawrence e Lorsch, centrato sulle relazioni di differenziazione e d'integrazione tra le funzioni di linea, spiega le variabili contingenti fondamentali ai fini della differenziazione. Ciascuna funzione è rappresentate da tre caratteristiche: (a) la chiarezza del compito, (b) la difficoltà del compito, c) il tempo di feed-back. Il modello propone che la scelta degli strumenti d'integrazione tenga conto del grado di differenziazione richiesta tra le varie unità; gli strumenti d'integrazione devono essere tanto più «potenti» quanto maggiori sono sia l’interdipendenza sia la differenziazione richiesta. Differenziazione e integrazione: Cap. 6 (2): pp. 161 – 181.
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA CONTINGENTE: I MODELLI EVOLUTI Perrow Il contributo di Perrow insiste sulla relazione tra tecnologia e configurazioni organizzative. Sono analizzate quattro caratteristiche delle organizzazioni: 1. la tecnologia, considerata come il fattore caratterizzante le organizzazioni stesse. 2. gli obiettivi, concepiti come variabile parzialmente indipendente. 3. l’organizzazione nel suo insieme. 4. la struttura organizzativa come variabile dipendente. Uno schema per l’analisi comparativa delle organizzazioni: Cap 7 (2): pp. 185 – 200.
Thompson Thompson, partendo dalla teoria di Simon, sviluppa il concetto di azione organizzativa come processo di azioni orientato dalla razionalità intenzionale e limitata per affrontare l’incertezza ambientale. Ogni organizzazione costruisce, nello sviluppo del suo processo organizzativo, il proprio campo d’azione e, quindi, i punti di contatto con l’ambiente. Un’organizzazione, allora, protegge il proprio nucleo tecnico dai vincoli e dalle contingenze, con azioni organizzative che consentono di migliorare la seconda componente della razionalità intenzionale di un’organizzazione, la razionalità organizzativa. La razionalità organizzativa – la gestione delle interdipendenze -, diventa, allora, un elemento fondamentale per ridurre l’incertezza. L’azione organizzativa: Cap. 8 (2): pp. 201 – 217.
Galbraith Con il concetto di «predicibilità dei compiti» si evolve l’approccio contingente. Galbraith analizza come gli influssi esercitati dall’ambiente esterno o da altre variabili di contesto sul sistema o sottosistema organizzativo influenzino la struttura organizzativa, intesa come insieme di elementi che consentono di svolgere compiti con diverso grado di predicibilità. Al diverso grado di predicibilità dei compiti è legato il volume delle informazioni da raccogliere e da elaborare per svolgere efficientemente una determinata attività. Il modello proposto, è fatto poi proprio dalla letteratura organizzativa italiana, che, alla fine degli anni Settanta, integra il concetto di «complessità informativa» dei compiti. Incertezza, complessità e organizzazione: Cap.9 (2): pp. 219 – 242.
Intervento/Testimonianza Wrap up/Riepilogo finale
1 (1) DECASTRI M. (2016) “Leggere le Organizzazioni. Individuo, persone, strumenti. Manuale di organizzazione aziendale I”, Guerini e Associati, Milano. 2 (2) DECASTRI M. (2016) “Progettare le Organizzazioni. Le Teorie e i modelli per decidere. Manuale di organizzazione aziendale II”, Guerini e Associati, Milano. Per ogni lezione sono disponibili le slide sul sito della Facoltà.
 - DECASTRI M. (2016) “Leggere le Organizzazioni. Individuo, persone, strumenti. Manuale di organizzazione aziendale I”, Guerini e Associati, Milano. - DECASTRI M. (2016) “Progettare le Organizzazioni. Le Teorie e i modelli per decidere. Manuale di organizzazione aziendale II”, Guerini e Associati, Milano.
Canale: 2
-
HINNA ALESSANDRO
( programma)
INTRODUZIONE AL CORSO Presentazione del corso. La grammatica dell’Organizzazione Il corso apre con la sistematizzazione delle principali teorie organizzative al fine d'introdurre le possibili concezioni e definizioni di organizzazione aziendale. Sono presentate le tre concezioni di base dell’organizzazione: (1) organizzazione come sistema pre-determinato; (2) l’organizzazione come processo di decisioni e azioni; (3) organizzazione come costruzione sociale. Tali concezioni sono influenzate da tre variabili di contesto: ambiente, tecniche e persone. La grammatica dell’Organizzazione: Cap. iniziale (1): pp. 9 – 36.
L'INDIVIDUO Le persone: valori, attitudini, competenze Cosa influenza il comportamento umano in un'organizzazione? Nella lezione si descrivono le determinanti del comportamento e i concetti di competenza individuale e organizzativa, contesto organizzativo e potenziale, questo al fine di comprendere come gestire le persone, in modo tale da realizzare gli obiettivi assegnati. Le persone: il comportamento e le competenze: Cap.1 (1): pp. 39 – 64.
La motivazione A partire dagli anni ’50 si avviano e si moltiplicano gli studi sulla motivazione al lavoro. Per una panoramica dei principali contributi, il focus della lezione si articola secondo due direttrici: (1) le Teorie di Contenuto, per indirizzare l’attenzione su cosa “motiva le persone al lavoro”; (2) le Teorie di Processo, per analizzare in che modo si può intervenire sul processo motivazionale di un individuo. La motivazione al lavoro: concetti e teorie di base: Cap. 2 (1): pp. 65 – 103.
LE PERSONE IN RELAZIONE Il gruppo Dalla dimensione individuale ci si sposta verso l’analisi e la comprensione delle relazioni sociali all’interno delle organizzazioni indagando, in primis, il concetto di gruppo. In particolare, sono chiarite le caratteristiche e le condizioni di efficacia di un gruppo di lavoro e quali sono gli aspetti costitutivi della comunicazione e del conflitto nei gruppi. Comunicazione e conflitto: Cap: 4 (1): pp. 139 – 166 Lavorare in gruppo: Cap. 5 (1): pp. 167 – 202. La cultura organizzativa Sempre con attenzione agli aspetti soft della gestione organizzativa, si presenta l’approccio culturale come modalità fondamentale per comprendere l’agire sociale delle persone nelle organizzazioni. Inoltre, si esaminano lo stile di direzione e la leadership come ulteriori meccanismi con cui esercitare un’influenza volta ad allineare i comportamenti delle persone. Leggere, costruire e gestire la cultura organizzativa: Cap. 6 (1): pp. 203 – 236.
Micro & Macro strutture (I) e (II) Quali sono gli elementi da considerare per scelte organizzative efficienti ed efficaci? Quali sono le variabili organizzative da considerare nella costruzione delle soluzioni organizzative? I concetti di divisione e coordinamento del lavoro tra unità organizzative e le loro combinazioni idealtipiche sono elementi fondamentali. Si illustrano anche alcuni concetti e tecniche di base della progettazione micro-organizzativa, quali: ruolo, posizione, organigramma, Job description e profilo di ruolo. L’organizzazione micro: ruoli e processi: Cap. 8 (1): pp. 267 – 288. Le strutture organizzative: dimensioni di analisi e idealtipi: Cap.7 (1): pp. 239 – 265.
I sistemi di direzione Partendo dal concetto di progettazione organizzativa, si configurano i sistemi di direzione, come meccanismi di coordinamento. La gestione del personale risulta essere un meccanismo fondamentale di allineamento dei comportamenti degli individui nelle organizzazioni. I sistemi di direzione: il controllo di gestione e la gestione delle persone Cap. 9 (1): pp. 289 – 319.
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA UNIVERSALISTICA Le teorie classiche (I) e (II) La teoria organizzativa, nel tempo, ha subito una notevole evoluzione. Si parte dalle teorie classiche, evidenziando gli elementi ancora di attualità che queste presentano. Sempre seguendo una logica evolutiva, si prosegue con quegli Autori che hanno focalizzato la loro attenzione sulla dimensione soft dell’organizzazione. Con Mayo si introduce il tema del fattore umano quale leva per agire sulla produttività dell’organizzazione. Burocrazia e dintorni: Cap. 1 (2): pp. 1 – 36. Le teorie classiche: Cap. 2 (2): pp. 37 – 68. La Scuola delle Relazioni Umane: Cap:3 (2): pp. 69 – 98.
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA CONTINGENTE
La progettazione organizzativa (I) e (II) Si introduce il concetto di sistema socio-tecnico e la sua applicazione all’analisi e alla progettazione delle organizzazioni. In chiave sistemica, si analizza la composizione di un’organizzazione, i suoi rapporti con l’ambiente e le variabili interne che ne determinano il comportamento. Per introdurre il tema della progettazione organizzativa si fa riferimento alla teoria del comportamento organizzativo di Simon, che quale importante premessa al tema della progettazione organizzativa in relazione alle teorie contingenti. Quali sono le determinanti della scelta della struttura organizzativa? E' presentata una rassegna dei principali contributi in tema di relazioni strategia-struttura, ossia quei contributi che propongono un’interpretazione funzionale tra scelte strategiche e struttura organizzativa. Si illustrano inoltre le dimensioni di progettazione, attraverso la presentazione delle opzioni fondamentali di raggruppamento delle attività organizzative in strutture semplici, funzionali, divisionali e funzionali modificate. L’analisi e la progettazione dei sistemi organizzativi Cap. 4 (2): pp. 99 – 126. La progettazione della struttura organizzativa: Cap. 5 (2): pp. 125 – 159.
Differenziazione e integrazione In questa lezione è presentato il modello di “differenziazione e integrazione”. Il modello di Lawrence e Lorsch, centrato sulle relazioni di differenziazione e d'integrazione tra le funzioni di linea, spiega le variabili contingenti fondamentali ai fini della differenziazione. Ciascuna funzione è rappresentate da tre caratteristiche: (a) la chiarezza del compito, (b) la difficoltà del compito, c) il tempo di feed-back. Il modello propone che la scelta degli strumenti d'integrazione tenga conto del grado di differenziazione richiesta tra le varie unità; gli strumenti d'integrazione devono essere tanto più «potenti» quanto maggiori sono sia l’interdipendenza sia la differenziazione richiesta. Differenziazione e integrazione: Cap. 6 (2): pp. 161 – 181.
LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA CONTINGENTE: I MODELLI EVOLUTI Perrow Il contributo di Perrow insiste sulla relazione tra tecnologia e configurazioni organizzative. Sono analizzate quattro caratteristiche delle organizzazioni: 1. la tecnologia, considerata come il fattore caratterizzante le organizzazioni stesse. 2. gli obiettivi, concepiti come variabile parzialmente indipendente. 3. l’organizzazione nel suo insieme. 4. la struttura organizzativa come variabile dipendente. Uno schema per l’analisi comparativa delle organizzazioni: Cap 7 (2): pp. 185 – 200.
Thompson Thompson, partendo dalla teoria di Simon, sviluppa il concetto di azione organizzativa come processo di azioni orientato dalla razionalità intenzionale e limitata per affrontare l’incertezza ambientale. Ogni organizzazione costruisce, nello sviluppo del suo processo organizzativo, il proprio campo d’azione e, quindi, i punti di contatto con l’ambiente. Un’organizzazione, allora, protegge il proprio nucleo tecnico dai vincoli e dalle contingenze, con azioni organizzative che consentono di migliorare la seconda componente della razionalità intenzionale di un’organizzazione, la razionalità organizzativa. La razionalità organizzativa – la gestione delle interdipendenze -, diventa, allora, un elemento fondamentale per ridurre l’incertezza. L’azione organizzativa: Cap. 8 (2): pp. 201 – 217.
Galbraith Con il concetto di «predicibilità dei compiti» si evolve l’approccio contingente. Galbraith analizza come gli influssi esercitati dall’ambiente esterno o da altre variabili di contesto sul sistema o sottosistema organizzativo influenzino la struttura organizzativa, intesa come insieme di elementi che consentono di svolgere compiti con diverso grado di predicibilità. Al diverso grado di predicibilità dei compiti è legato il volume delle informazioni da raccogliere e da elaborare per svolgere efficientemente una determinata attività. Il modello proposto, è fatto poi proprio dalla letteratura organizzativa italiana, che, alla fine degli anni Settanta, integra il concetto di «complessità informativa» dei compiti. Incertezza, complessità e organizzazione: Cap.9 (2): pp. 219 – 242.
Intervento/Testimonianza Wrap up/Riepilogo finale
1 (1) DECASTRI M. (2016) “Leggere le Organizzazioni. Individuo, persone, strumenti. Manuale di organizzazione aziendale I”, Guerini e Associati, Milano. 2 (2) DECASTRI M. (2016) “Progettare le Organizzazioni. Le Teorie e i modelli per decidere. Manuale di organizzazione aziendale II”, Guerini e Associati, Milano. Per ogni lezione sono disponibili le slide sul sito della Facoltà.
 - DECASTRI M. (2016) “Leggere le Organizzazioni. Individuo, persone, strumenti. Manuale di organizzazione aziendale I”, Guerini e Associati, Milano. - DECASTRI M. (2016) “Progettare le Organizzazioni. Le Teorie e i modelli per decidere. Manuale di organizzazione aziendale II”, Guerini e Associati, Milano.
|
6
|
SECS-P/10
|
36
|
-
|
-
|
-
|
Attività formative caratterizzanti
|
ITA |